Nutrizione · Dieta e Patologie

La migliore cura per l’Alzheimer o il declino cognitivo? La prevenzione

L’Italia sta invecchiando. L’Alzheimer è una patologia che colpisce 1 anziano su 4 e per la quale si stima un raddoppio dei casi ogni 20 anni.

Le terapie per la cura dell’Alzheimer sono unicamente dei palliativi, possono solo in parte mitigare i sintomi, ma non hanno alcun impatto sulla progressiva evoluzione della demenza, una volta che questa si è manifestata. La vera scommessa nella cura di queste patologie neuro-degenerative è la prevenzione seriamente programmata e iniziata già in età adulta.

I tre pilastri per la prevenzione dell’Alzheimer sono:

  • Attività fisica: ha un effetto immediato sulla plasticità neuronale. Sono sufficienti 30 minuti al giorno di esercizio aerobico lieve, meglio se in compagnia per favorire un altro aspetto molto importante che è quello della socializzazione, per incrementare le connessioni neuronali a livello del giro dentato dell’ippocampo cerebrale. Queste connessioni sono infatti deputate alle funzioni cognitive e mnemoniche e si tendono a perdere nell’Alzheimer.
  • Esercizio mentale: la “ginnastica mentale” aumenta la produzione delle proteine cerebrali. E’ sufficiente allenare la mente con semplici esercizi quotidiani come il cruciverba, ricordare la lista della spesa, leggere un libro oppure giocare a carte.
  • Tenere sotto controllo glicemia, pressione arteriosa, peso corporeo e colesterolemia: attraverso una dieta bilanciata, ricca in antiossidanti e sostanze dall’azione antinfiammatoria, povera in grassi saturi e grassi idrogenati, zuccheri e carboidrati raffinati.

Nei pazienti affetti da Alzheimer sono presenti livelli elevati di stress ossidativo rispetto ai pazienti sani. Quest’ultimo, in concomitanza con diminuite difese antiossidanti, induce la produzione di molecole che possono determinare uno stato infiammatorio caratteristico dell’invecchiamento e delle patologie età-correlate.

L’Alzheimer è caratterizzato da una distruzione neuronale riconducibile all’eccesso della proteina β-amiloide, che si deposita tra i neuroni determinando formazione di placche, aumento di citochine infiammatorie e riduzione dell’acetilcolina, sostanza fondamentale per la corretta trasmissione neuronale. Tutte queste alterazioni causano eccesso di radicali liberi e deterioramento recettoriale che provocano la morte cellulare e, a lungo andare, la demenza.

Dr.ssa Monia Senni Biologa Nutrizionista