Nutrizione · Dieta e Patologie

Il colesterolo alto è sempre un problema per la nostra salute?

Uno dei crucci che più spesso i pazienti riportano in ambulatorio quando periodicamente eseguono gli esami del sangue è quello di trovarsi il valore del colesterolo più alto rispetto ai limiti consigliati.

Ma è sempre un problema? Avere un valore di colesterolo nel sangue più elevato dei range di riferimento può rappresentare sempre un rischio per la nostra salute?

Diciamo che negli ultimi decenni, a mio modesto parere, si è posta anche fin troppa attenzione su questo singolo valore perdendo di vista il quadro clinico di insieme del singolo paziente.

Si sono sponsorizzate campagne di integrazione con statine, principio attivo presente nella maggior parte dei prodotti da banco per la calmierazione dei livelli di colesterolo ematico, che inducono, anche nel breve periodo, diversi effetti collaterali ben noti nella letteratura scientifica.

Contestualmente, non si è fatta la giusta educazione sanitaria nelle persone per quanto concerne ad esempio l’importanza di altri valori che spesso vengono rilevati dagli esami del sangue di routine e, purtroppo, pericolosamente snobbati come, ad esempio, la PCR (proteina C reattiva) che testimonia il livello di infiammazione dell’organismo oppure la stessa semplice glicemia che molto ci racconta del quadro metabolico di una persona o ancora, più nello specifico, la frequente ipovitaminosi D che si presenta trasversale sia nella popolazione femminile che in quella maschile.

Ogni caso va analizzato in maniera molto più ampia e occorre valutare oltre alla storia familiare di ciascun paziente anche lo stile di vita, inteso in termini nutrizionali, motori ma anche lavorativi.

Nel mio piccolo, ho potuto constatare che la maggior parte delle ipercolesterolemie possono venire semplicemente corrette attraverso un aggiustamento delle abitudini a tavola che portano, come conseguenza, una riduzione del peso corporeo, ma anche dei livelli di colesterolo nel sangue.

Nei casi in cui i valori non si siano sufficientemente ridotti, l’aggiunta di un’integrazione NON STATINICA abbinata ad una corretta alimentazione e ai famosi 10.000 passi giornalieri si sono dimostrati più efficaci e, soprattutto, privi di effetti collaterali indesiderati, delle stesse terapie farmacologiche.

Dr.ssa Monia Senni Biologa Nutrizionista

Foto di Puwadon Sang-ngern