Dieta e Patologie

Sindrome dell’Intestino Irritabile: sintomi secondari

Abbiamo visto nella prima parte dell’articolo come si contraddistingue classicamente la Sindrome dell’Intestino Irritabile (IBS), ora approfondirò la sua descrizione per far meglio comprendere il suo inquadramento diagnostico.

Sovente, i pazienti con IBS riferiscono una riduzione della qualità della vita e circa il 60% di essi lamenta anche debolezza ed affaticamento.

L'andamento della IBS è cronico con carattere fluttuante-recidivante e nel corso degli anni le riacutizzazioni dei sintomi coincidono con eventi stressanti, sia di tipo fisico (cure farmacologiche prolungate, interventi chirurgici, infezioni virali o batteriche), che di tipo psichico (contesti socio-economici difficili, separazioni, lutti, insoddisfazioni lavorative).

Il paziente con IBS spesso presenta sintomi e comorbidità associati:

  • Emicrania
  • Disturbi psicologici/psichiatrici come depressione, ansia, fobie, panico, somatizzazioni e disturbi ossessivo-compulsivi
  • Fibromialgia
  • Fatica cronica
  • Disturbi del sonno

Il problema principale nella gestione razionale di questa sindrome è che non riducendo la sopravvivenza, frequentemente il quadro sintomatologico del paziente viene sottovalutato e le persone che ne soffrono, non sentendosi adeguatamente considerate dalla classe medica, finiscono per intraprendere percorsi “alternativi” che possono fornire più complicanze che risultati.

La IBS non va dunque sottovalutata in quanto è responsabile di una marcata riduzione della qualità di vita dei pazienti, di un elevato ricorso a visite specialistiche e a prestazioni di pronto soccorso, di un notevole consumo di farmaci (spesso inidonei e controproducenti), di una maggior frequenza di interventi chirurgici. È stato calcolato che solo negli Stati Uniti il costo annuo di tale sindrome si aggiri intorno a 1,7 miliardi di dollari.

ROMA III - CRITERI DIAGNOSTICI PER LA DETERMINAZIONE DELLA SINDROME DELL’INTESTINO IRRITABILE

*Dolore o fastidio** addominale ricorrente per almeno 3 giorni al mese negli ultimi tre mesi in associazione a due o più dei seguenti sintomi:

  1. Dolore/fastidio migliorato dall’evacuazione
  2. Inizio associato alla modificazione della frequenza delle evacuazioni
  3. Inizio associato con una modificazione dell’aspetto delle feci*

*Criteri rispettati negli ultimi tre mesi con sintomi esorditi almeno sei mesi prima della diagnosi

** S’intende per “fastidio” una sensazione di disagio non descritta come dolore.

Dr.ssa Monia Senni Biologa Nutrizionista