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Riflessioni sulla dieta ai tempi del Coronavirus... Parte 4

In questi ultimi mesi, anziché inondare il web con apparizioni narcisistiche, mi sono data allo studio e, grazie all’enorme quantità di tempo concesso da questa quarantena forzata, ho letto diversi paper documentandomi sul “meccanismo molecolare a cascata” che viene innescato a livello immunitario una volta che il virus, legandosi al recettore, innesca nella cellula.

Quello che sta emergendo è che sicuramente i soggetti con un sistema immunitario più fragile come gli anziani sono potenzialmente più a rischio di sviluppare delle forme fatali di polmonite bilaterale interstiziale, ma a differenza di quanto ci veniva dichiarato all’inizio della pandemia, anche soggetti più giovani possono ammalarsi gravemente e morire per questo tipo di infezione. L’aspetto che però, a mio modesto parere, non viene portato sufficientemente in risalto, è che l’età cronologica di un individuo non è sempre combaciante con la sua età biologica, per cui ci possiamo trovare di fronte (e vi garantisco che questo accade giornalmente nel mio ambulatorio!) ad un trenta-quarantenne con un quadro metabolico assolutamente compromesso, forse non ancora sfociato in una patologia vera e propria, ma che da un punto di vista immunitario può avere una compromissione tale delle sue difese da essere tranquillamente paragonato ad un soggetto di 80 anni!

A sostegno di quanto appena detto dagli studi pubblicati in questi primi mesi di pandemia è emerso che più del 30% delle persone contagiate che hanno sviluppato forme gravi di polmonite da Covid-19 stavano assumendo una terapia con ACE inibitori e/o sartani, perché in cura per l’ipertensione arteriosa. Secondo l’epidemiologo Rami Sommerstein del Bern University Hospital i farmaci ACE inibitori e i farmaci antagonisti del recettore dell’angiotensina 2, potrebbero contribuire allo sviluppo di una forma grave di COVID-19.

Considerate che, non solo gli anziani sviluppano una forma di ipertensione arteriosa, ma anche persone giovani di poco più di 30-40 anni che conducono uno stile di vita sedentario associato ad una dieta sbilanciata in termini sia energetici che qualitativi, possono andare incontro a questo tipo di problematica cardiovascolare.

In questi anni, analizzando il mio campione di pazienti ipertesi (campione statisticamente maggioritario sulla platea totale) ho potuto constatare che attraverso un approccio dietetico personalizzato affine alle indicazioni della D.A.S.H. DIET che si ispira ai principi di una dieta di tipo mediterraneo, è stato possibile normalizzare la pressione arteriosa senza la necessità di ricorrere ad alcun tipo di terapia farmacologica. Aggiungo che questo incredibile risultato è stato ottenuto nel giro di pochi mesi e senza nessun tipo di effetto collaterale che, al contrario, frequentemente si associano alle terapie con anti-ipertensivi!

Con questo non voglio che passi il messaggio, per coloro che ne fanno uso, di interrompere la loro terapia, questo non deve accadere.

Le persone che soffrono di ipertensione devono però necessariamente correggere il loro stile di vita. E quale occasione migliore se non quella odierna, in cui siamo tutti a casa e possiamo investire meglio il tempo prezioso che questa quarantena ci sta regalando, dedicandoci alla preparazione di piatti sani e bilanciati a base di ortaggi di stagione, specie di colore verde.

Infatti, uno dei principi basilari per creare un’azione drenante, funzionale alla calmierazione dei valori pressori, è quella di consumare almeno 4 porzioni di ortaggi al giorno, sia crudi che cotti, che grazie al loro contenuto in Sali minerali, antiossidanti ed acqua, sono estremamente consigliati in particolare alle persone che hanno problemi di ipertensione.

Ottime sono le insalate miste con aggiunta di semi oleaginosi e di frutta secca oleosa come il sesamo (ricco in calcio), le noci, i semi di lino o i semi di chia, fonti naturali di acidi grassi essenziali della serie omega 3, dalla potente azione antinfiammatoria. Prova a consultare la sezione “ricette” del mio blog per trovare qualche suggerimento sfizioso su come preparare l’insalata perfetta!

Negli ultimi giorni è emerso, inoltre, che il corona virus è in grado di “attaccare” le cellule dell’endotelio vascolare determinandone il conseguente danneggiamento e rilascio nel circolo ematico di pericolosissimi trombi promotori di embolie polmonari potenzialmente fatali. Da qui l’intuizione di alcuni medici di fare uso massiccio di EPARINA, capace di mantenere fluido il sangue e scongiurare l’embolia.

Se trasportiamo gli effetti dell’eparina, anticoagulante per eccellenza, in ambito alimentare, e consideriamo che molte persone positive al COVID-19 oggi si trovano in isolamento domiciliare perché con sintomi lievi, quale strategia possiamo adottare a casa nostra da un punto di vista nutrizionale per favorire la salute delle arterie?

Vi invito alla lettura del prossimo articolo! A presto e…. Have a Good Life!

Dr.ssa Monia Senni Biologa Nutrizionista