Nutrizione · Dieta e Patologie

Reflusso Gastroesofageo e Dieta

Con il termine malattia da reflusso gastroesofageo si intende indicare una patologia di natura gastroenterologica spesso recidivante caratterizzata dal contatto dei succhi gastrici con la parete dell’esofago che determina l’insorgenza di un tipico bruciore retrosternale associato spesso a rigurgito acido. Il protrarsi cronico del contatto degli acidi gastrici con la mucosa dell’esofago può dare origine a lesioni infiammatorie (esofagite), ulcerazioni fino ad arrivare alla trasformazione metaplastica della mucosa.

Questa condizione patologica affligge circa il 10-20% della popolazione europea, mentre risulta essere meno diffusa nelle popolazioni asiatiche e quasi del tutto assente nel continente africano.

Il reflusso gastroesofageo può venire indotto da vari fattori:

  • Alimentari
  • Anatomici
  • Funzionali
  • Ormonali
  • Farmacologici

Tra questi, i fattori alimentari rappresentano il primum movens verso la malattia da reflusso gastroesofageo.

Il trattamento di elezione della malattia da reflusso gastroesofageo deve necessariamente prevedere una rivalutazione delle abitudini alimentari del paziente volta a ridurre il peso corporeo (specie la circonferenza addominale) oltre ad eliminare dalla dieta giornaliera quegli alimenti che possono indurre una sovra produzione di acidi gastrici.

Tra gli alimenti considerati “reflussogeni” troviamo i cibi ricchi di grassi come le fritture, i formaggi, gli insaccati e le carni rosse. Anche il caffè e gli alcolici possono indurre un peggioramento della patologia.

Ai miei pazienti affetti da reflusso gastroesofageo da sempre suggerisco di adottare una dieta ricca in bicarbonati, Sali alcalinizzanti e alimenti anti-infiammatori che nel tempo sono in grado di inibire la risalita cronica degli acidi gastrici e di risolvere il processo infiammatorio da essi innescato a carico delle mucose esofagee.

Nella mia esperienza professionale come Nutrizionista ho potuto constatare che l’associazione di una dieta personalizzata ad un’integrazione probiotica volta al riequilibrio del microbiota gastro-enterico, permette di ovviare al ricorso tipico di farmaci antiacidi, inibitori della pompa protonica o H2 antagonisti che spesso associano importanti effetti collaterali.

Dr.ssa Monia Senni Biologa Nutrizionista