Nutrizione · Dieta e Patologie

Morbo di Crohn: una patologia con un trend di crescita allarmante

Parte Prima

In questo articolo per la rubrica del Nutrizionista vi parlerò del Morbo di Crohn, una patologia che rappresenta attualmente una “sfida” per il mondo scientifico per la sua complessità clinico-gestionale e per l’elevato impatto socio-economico, una sfida che può essere vinta solo grazie ad un intervento integrato multidisciplinare che non può prescindere dalla stretta collaborazione tra Nutrizionista, gastroenterologo e psicologo.

La patologia prende il nome dal gastroenterologo americano (Dr. Burrill Bernard Crohn) che per primo nel 1932 descrisse e codificò le caratteristiche di questa malattia infiammatoria cronica che colpisce l’intestino, in particolare il tratto dell’ileo terminale.

Il Morbo di Crohn o altrimenti definito Malattia di Crohn (Crohn Disease) fa parte della famiglia delle malattie infiammatorie intestinali così definite MICI a cui fa capo anche la retto colite ulcerosa (malattia infiammatoria cronica della mucosa del grosso intestino). Queste due patologie possono manifestarsi anche in forma grave e, in taluni casi, richiedono trattamenti farmacologici pesanti o interventi chirurgici talvolta invalidanti.


Il Morbo di Crohn consta in un’infiammazione transmurale cronica del tratto gastrointestinale. L’infiammazione determina l’ispessimento della mucosa intestinale che giunge talvolta a restringere il lume enterico fino a impedire il transito del bolo alimentare. Il paziente affetto da Crohn presenta una serie di sintomi tipici che nelle fasi acute della malattia sono:

  • pallore
  • cachessia
  • perdita di peso, anoressia
  • febbre
  • dolore/gonfiore addominale
  • diarrea notturna o cronica con sangue, muco o pus

Frequentemente, la Malattia di Crohn alterna di episodi di riacutizzazione della patologia a periodi anche piuttosto lunghi di remissione dei sintomi.

Il Morbo di Crohn risulta essere maggiormente diffuso nei Paesi nord-occidentali, dove l'incidenza varia tra 1 e 10/100.000, e dove la prevalenza è circa 1-0,5/1.000.

Nella provincia di Forlì-Cesena l’incidenza documentata di casi di malattie infiammatorie croniche intestinali è fra le più alte d’Italia ed è proprio per questo motivo che nel 2007 l’ASL di Forlì ha realizzato il primo Registro in Italia delle Malattie Infiammatorie Intestinali (Intestinal Bowel Disesase Register).

Lo scopo di questo progetto epidemiologico era quello di garantire la registrazione continua ed esaustiva di queste malattie infiammatorie che colpiscono l’intestino, in una specifica regione geografica la Romagna, per migliorare la conoscenza della patologia stessa.

Il progetto pilota condotto a Forlì ha preso in esame 15 anni, dal 1993 al 2009, evidenziando un tasso di incidenza di circa 15 nuovi caso/anno di rettocolite ulcerosa e di 8 nuovi casi di Malattia di Crohn e un tasso di prevalenza per 100mila abitanti, calcolato sulla popolazione dell’ Ausl di Forlì, di circa 800 pazienti su 100mila abitanti.

Grazie all’incrocio dei dati raccolti in questo nuovo registro con i dati inseriti nel Registro Tumori della Romagna è stato possibile individuare e studiare meglio l’eventuale correlazione tra le Malattie Infiammatorie Intestinali e le neoplasie per quantificare i casi in cui i soggetti affetti da queste patologie sviluppano successivamente un tumore.

Dal cross-link con la banca dati del Registro Tumori della Romagna emerge che delle 852 persone con diagnosi di malattie infiammatorie intestinali croniche 47 sviluppano successivamente un cancro (tutti i tipi di cancro escluso gli epiteliomi della cute), di cui:

  • 37 in persone con diagnosi di RCU (retto colite ulcerosa)
  • 10 con diagnosi di Morbo di Crohn

I dati epidemiologici raccolti dal registro forlivese, infine, hanno permesso di dimostrare come le Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali in Italia siano fortemente sottostimate.

L'eziologia del Morbo di Crohn non è chiara, in quanto la malattia si sviluppa in presenza di diversi fattori ambientali (dieta, stile di vita), di una predisposizione genetica e di un evento scatenante spesso di natura emotiva.

Dr.ssa Monia Senni, Biologa Nutrizionista