Nutrizione · Dieta e Patologie

Dieta e tumori: troppa frutta non fa bene!

Le raccomandazioni in merito al consumo di frutta e verdura provenienti da tutte le comunità medico-scientifiche esperte nel campo della nutrizione risultano essere unanimi e condivise universalmente:

“Ogni individuo dovrebbe consumare quotidianamente 5 porzioni di vegetali”

Detto ciò, occorrono però delle precisazioni in quanto, sebbene sia frutta che verdura appartengano al mondo vegetale, esistono delle nette distinzioni tra queste due categorie, conseguentemente alle quali, sia la qualità, ma soprattutto la quantità di frutta e verdura vanno doverosamente calibrate.

Questo tipo di filtro diventa ancora più importante se ci troviamo di fronte ad individui con delle patologie oncologiche in atto.

Nel paziente oncologico uno dei motivi per cui si suggerisce una restrizione del consumo di frutta fresca è da ricercare nel suo elevato contenuto in fruttosio.

Il fruttosio, come tutti i monosaccaridi (zuccheri semplici) è in grado di sostenere il processo di acidificazione metabolica attraverso il quale viene facilitata la crescita e l’attività funzionale delle cellule neoplastiche.

Inoltre, un’elevata concentrazione di fruttosio che può arrivare da un eccessivo consumo di frutta fresca, è in grado di alterare l’equilibrio dell’ambiente luminale intestinale predisponendo ad una condizione di infiammazione cronica che ha come conseguenza in prima battuta una disbiosi microbica e in ultima analisi una defezione delle difese immunitarie con sede enterica.

In generale, delle 5 porzioni giornaliere di vegetali il suggerimento è quello di introdurre:

“4 porzioni di ortaggi e solo 1 di frutta fresca”

La frutta fresca, inoltre, non andrebbe mai consumata a fine pasto o, ancora peggio, in tarda serata prima di coricarsi, in quanto dalla sua fermentazione hanno origine sostanze (poliammine) che possono dare origine ad una “bolla gastrica” che attraverso la pressione cardiaca può scatenare sintomi percepiti dall’individuo quasi come quelli indotti da un infarto in corso.

Dr.ssa Monia Senni Biologa Nutrizionista